L'Associazione Culturale "Verde Binario" e

L'Associazione Culturale Fotografica "Ladri di Luce"

presentano

Il contest parte da una semplice considerazione: i reperti del MIAI sono talmente particolari da essere fotogenici.

Al tempo dei pionieri dell'informatica ogni produttore "reinventava da zero il computer". Tentava cioe' non soltanto di progettare l'architettura della macchina in se', ma anche di prevedere come questa si sarebbe interfacciata con l'uomo e che aspetto avrebbe avuto.

I designer dell'epoca si trovavano davanti una tela bianca, sulla quale non era chiaro ne' cosa dipingere ne' come, dato che non esisteva alcuno standard industriale. 

La varieta' di forme, colori e dimensioni dei primi calcolatori elettronici, appare oggi sbalorditiva ma va a comporre quella che non solo e' la storia dell'informatica di per se', ma anche quella dell'interazione uomo-macchina, che come spesso accade e' fatta di tentativi arditi e fallimenti clamorosi. Alcuni oggetti sembrano totalmente senza senso, altri precorrono i tempi e potrebbero essere tremendamente innovativi anche a decenni di distanza.

L'idea di partenza e' quindi quella di descrivere, almeno in parte, questo percorso storico mediante il mezzo fotografico. Tuttavia, non e' nostra intenzione essere didascalici. Proprio come agli albori dell'era informatica, siamo affascinati dalla tela bianca e siamo interessati all'"imprevedibile".

Gli oggetti, i software, i fosfori verdi degli antichi schermi devono essere un pretesto per realizzare in totale liberta' un progetto personale, che racconti col linguaggio fotografico quello che e' l'incontro ravvicinato con i primi vagiti del bit.

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